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Tabù or not tabù. La genesi di «Amleto» e altri saggi su Shakespeare |
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Autore:
Eric Sams
Editore:
Analogon
Anno:2010
ISBN: 9788890313653
Condizioni: COME NUOVO
Categoria: LETTERATURA INGLESE
ID titolo:90123065
"Tabù or not tabù. La genesi di «Amleto» e altri saggi su Shakespeare" è in vendita da martedì 17 gennaio 2023 alle 10:18 in provincia di Asti
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Note su "Tabù or not tabù. La genesi di «Amleto» e altri saggi su Shakespeare": Collana Le Opere di Eric Sams | 2010 | pp. 324 | brossura
A cura di Erik Battaglia
Prefazione di Alessandro Serpieri - Con un saggio di F. J. Sypher
«Eric Sams è una figura straordinaria, anomala, eccentrica, di studioso di due diversi campi, la musica e Shakespeare, su cui si esercita con l’acribia del paleografo, calligrafo, crittografo, linguista, filologo e critico, sottoponendo ogni testo alla lente del detective indiziario capace di rivelare e svelare segreti testuali nelle varie redazioni e circostanze compositive…Leggere i suoi saggi su Shakespeare costituisce un’avventura intrigante».
Così Alessandro Serpieri nella prefazione a questo volume di saggi shakespeariani di Eric Sams, qui raccolti per la prima volta in antologia nella traduzione di Erik Battaglia.
A soli 17 anni Eric Sams(1926-2004) si arruolò nell’Intelligence britannica, partecipando al gruppo di lavoro di Bletchley Park per la decrittazione dei codici tedeschi e giapponesi. Finita la guerra si laureò a Cambridge e intraprese la carriera di civil servant. Compositore, campione di scacchi, decifratore di stenografie e codici storici, egli fu soprattutto musicologo di fama internazionale; scrisse i più importanti volumi novecenteschi sul Lied tedesco, elaborando una vera e propria teoria dei motivi musico-verbali, nella quale confluiscono anche i suoi studi di crittologia musicale. Dopo una breve parentesi come critico d’opera per il New Statesman, nel 1980 iniziò la sua seconda carriera come studioso di Shakespeare. Ne sono testimonianza una biografia dei primi anni del bardo (The Real Shakespeare. Retrieving the Early Years, 1564-1594, Yale 1995), due edizioni di opere estranee al canone, con apparato critico a sostegno della paternità di Shakespeare (Edmund Ironside, Fourth Estate 1985 e Wildwood 1986; Edward III, Yale 1996), nonché almeno 100 articoli, recensioni e lettere pubblicati tra il 1981 e il 2002 (Times Literary Supplement, Hamlet Studies, Notes & Queries, Encounter). Inviso all’establishment accademico inglese, fu sostenuto da outsider del rango di Anthony Burgess (del quale è tradotto qui uno scritto), nonché dalla comunità shakespeariana americana. Sams, fautore del solo e unico Shakespeare storico (quello di Stratford), basò i suoi studi sulla rivalutazione dei documenti e delle fonti, sulla ridatazione delle opere, sul «buon senso» che vuole uno Shakespeare artista revisore e autore di drammi ben prima dei suoi 27 anni di età, come vorrebbe invece la tradizione indotta («ridicolo come dire che Mozart non scrisse nulla sino a 30 anni e poi compose Don Giovanni»), sulla confutazione di miti come la «ricostruzione mnemonica», gli «anni perduti», i «cattivi in-quarto». Ben più delle fantasiose e sempre rinnovate teorie sull’identità di Shakespeare (che Sams ignorò), egli deprecava il Bardbiz, ilgrande business degli editori di «Oxbridge», dei miti costruiti ad hoc, delle interpretazioni velleitarie, dei tabù. Quello sulla paternità del primo Hamlet(Q1, 1603), cui è dedicata gran parte di questo volume, viene qui sfatato grazie alle arti e alla logica della prosa di Sams.
Il volume è arricchito dalla prefazione di Alessandro Serpieri, la cui imponente e pluripremiata opera di esegesi e traduzione shakespeariane include l’unica edizione italiana di quel primo, controverso Hamlet. F. J. Sypher, studioso e anglista newyorkese, è autore di una postfazione che fa il punto sul significato attuale degli studi di Eric Sams, con il quale fu per molti anni in corrispondenza.
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