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FORTUNATO DE SANTA - Ortodossia ed intervento sociale nell’impegno di un prelato carnico |
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Autore:
Martina G.
Editore:
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Anno:1990
Condizioni: CONDIZIONI DETTAGLIATE NELLE NOTE
Categoria: FRIULI
ID titolo:57917018
"FORTUNATO DE SANTA - Ortodossia ed intervento sociale nell’impegno di un prelato carnico" è in vendita da venerdì 16 novembre 2018 alle 15:21 in provincia di Udine
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Note su "FORTUNATO DE SANTA - Ortodossia ed intervento sociale nell’impegno di un prelato carnico": CONDIZIONI: buone condizioni, firma su taglio pagine superiore.
Nacque a Forni di Sopra (Udine) il 9 agosto 1862 da Gio. Batta (1823-1905) e da Anna Maria Pavoni (1824-1902); fu battezzato da don Mariano Lunazzi. Nel 1868 iniziò a frequentare la scuola elementare con buon profitto. Ricevette la cresima il 17 luglio 1872 da monsignor Andrea Casasola, arcivescovo di Udine. In quell’occasione il parroco segnalò al suo superiore il ragazzo, come possibile seminarista. Nonostante la perplessità del padre, nel settembre 1875 insieme con Giuseppe De Santa di Luigi e Mosè Ticò di Giovanni, dopo due giorni di cammino, giunse al Seminario di Udine. L’11 giugno 1881 il vescovo Casasola impose la “prima clericali tonsura”. Svolse il servizio di leva dal 16 ottobre 1882 nel 6° reggimento Alpini Val Cadore di stanza a Conegliano, passò poi alla 5ª compagnia di sanità con il grado di caporale furiere. Venne congedato il 10 agosto 1885. Rientrato in seminario, proseguì gli studi e il 19 giugno 1886 diventò chierico, quindi suddiacono e poi diacono. Il 29 aprile 1888 diventò sacerdote e celebrò la sua prima messa a Forni di Sopra il 6 maggio; dal 10 luglio divenne cappellano. D. S. fu maestro elementare (dal 1890), appassionato di scienze naturali, organizzatore sociale e religioso, sensibile per le opere d’arte, friulanista, scrittore ed infine promotore del cooperativismo. Nel 1890 ottenne il diploma di maestro, professione che svolse fino al 1895 quando si dimise. Il 26 giugno dello stesso anno fu nominato parroco di Forni di Sopra; il suo primo impegno fu quello di ottenere i fondi per acquistare l’organo (della ditta Beniamino Zanin di Camino al Tagliamento), che venne installato nella chiesa di Vico. Nel 1899 riuscì a costruire il nuovo altare della chiesa e da questa occasione nacque l’idea di fondare la Cassa rurale di prestiti. Collaborò con «Pagine friulane» di Domenico Del Bianco e contribuì alla redazione del vocabolario di Giulio Andrea Pirona. Fu attivo botanico collaborando intensamente alla Flora friulana (1905) di Luigi e Michele Gortani, che gli dedicarono l’importante opera insieme con Antonio Battistella. Pubblicò inoltre sue ricerche e ottenne anche il diploma con medaglia d’argento all’Esposizione regionale di Udine per gli studi botanici. Il suo essere educatore l’incoraggiò a scrivere testi di agronomia ad uso dei contadini fornesi. Infaticabile camminatore e appassionato botanico scoprì varietà della Primula spectabilis o Wulfeniana (Schott), della Gentiana amarella var. carnica e dell’Arenaria Huteri (Kern.). Pubblicò anche un agile volumetto sulle piante usate nella farmacopea popolare, inserendo gli usi e i nomi nella variante fornese del friulano. Si interessò di geologia, avendo contatti con Torquato Taramelli, geologo, fondatore e primo presidente della Società alpina friulana, sezione locale del Club alpino italiano. Con Taramelli, D. S. fece numerose escursioni dalle quali trasse spunto per allestire una nutrita collezione di minerali, che in seguito lasciò nel Seminario di Udine e che purtroppo andò perduta nel 1917, a seguito dell’invasione austro-tedesca e dei saccheggi dei soldati. Studiò la storia di Forni di Sopra e diventò corrispondente di Alexander Wolf. Lasciò numerosi scritti sulle opere artistiche presenti nel suo paese. Compose e realizzò anche il copione di una Sacra Rappresentazione; curò il giornaletto della parrocchia e rinforzò l’opera della biblioteca. Fondò la filarmonica e la filodrammatica. Studiò la storia del paese natìo attraverso un’attenta ricerca d’archivio (partendo dai documenti conservati in parrocchia, esaminò quelli conservati nell’archivio di Pieve di Cadore, proseguendo con quelli presenti nell’archivio della curia arcivescovile di Udine). Non tralasciò di ascoltare i racconti popolari che ripropose in friulano, facendo parlare “barba Toni” o “Vicu”. Scrisse in friulano nell’inflessione fornese. Fondò la Cassa rurale di prestiti di S. Maria Assunta, insieme con settantatré concittadini, in prima seduta il 13 febbraio 1900 e l’11 marzo alla presenza del notaio. Il 23 dicembre 1903 concorse alla nascita della Cooperativa di lavoro di S. Lucia. Il 15 ottobre 1906 venne nominato rettore del Seminario di Udine, risolvendo i problemi finanziari lasciati dal predecessore Luigi Pellizzo. Tra i docenti del seminario di allora compaiono alcuni personaggi di rilievo della cultura friulana, come Giuseppe Ellero e Pio Paschini, che difese dalle accuse di modernismo, mentre era già entrato in contatto con Blanchini, Cerruti e Faidutti. Fu direttore spirituale dell’Istituto Micesio e dell’Opera di S. Vincenzo de Paoli. Ottenne l’incarico di sindaco effettivo della Banca Cattolica di Udine. Il 28 agosto 1907 diventò canonico onorario della chiesa metropolitana di Udine. Il 10 aprile 1914, Pio X lo nominò vescovo di Sessa Aurunca, diocesi vicino a Caserta, e il 31 maggio 1914, con messa solenne nel duomo di Udine, venne investito della carica. I fornesi gli fecero dono di un pastorale di argento. Giunse a Sessa Aurunca il 5 novembre 1914, dopo essersi fermato a Roma, e si insediò in diocesi. Un anno dopo era amministratore apostolico della diocesi vacante di Teano e Calvi. Iniziò una vasta opera di visite pastorali, di riordino della diocesi di Sessa Aurunca, di riattivazione del seminario. Scrisse molto e collaborò con le riviste «Perfice Munus!», «Luce Serafica», «Verbum Dei» ed «Il Predicatore cattolico». Il 6 ottobre 1927 fu nominato regio ispettore onorario per la conservazione dei monumenti e degli oggetti d’antichità e d’arte per la provincia di Napoli. Nel 1930 indisse il primo sinodo diocesano. Ogni estate, ad eccezione del periodo di guerra, salì a Forni di Sopra per trascorrere un periodo di riposo e per seguire la vita della Cassa rurale. Morì a Napoli il 15 febbraio 1938.
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