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Autore:
Lorenzo Viani, con una lettera di introduzione di Krimer
Editore:
Vallecchi - Firenze
Anno:Prima edizione Giugno 1939 XVII
Collana: Prosatori italiani contemporanei
Condizioni: OTTIME CONDIZIONI
Categoria: LETTERATURA ITALIANA DEL NOVECENTO PITTURA ESPRESSIONISMO TOSCANO PRIME EDIZIONI
ID titolo:51630579
"Barba e capelli" è in vendita da giovedì 10 maggio 2018 alle 09:01 in provincia di Parma
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Note su "Barba e capelli": Lorenzo Viani (Viareggio, 1º novembre 1882 – Lido di Ostia, 2 novembre 1936) è stato un pittore, incisore e scrittore italiano. Lorenzo Viani è un gigante dimenticato delle nostre avanguardie culturali del primo Novecento. Eppure, nell’eredità di questo grande pittore-prosatore si trova la fioritura delle più originali innovazioni germogliate sul tronco vivo della tradizione del linguaggio figurativo dell’arte italiana, che vanta parecchi fondatori toscani. Viani racconta di quando, garzone di bottega del barbiere Fortunato Primo Puccini, accompagnò il suo padrone alla Villa La Versiliana, a radere il volto del Vate. Narra che d’Annunzio «aveva già il cranio levigato come un ghiaione di fiume» e che, ravvolto in una clamide bianca, attese paziente che l’opera dell’artigiano fosse compiuta, per dileguarsi come un’ombra. Forse senza neppure saldare il conto. Viani non compie studi regolari: refrattario tanto alla disciplina quanto alle accademie, resta fondamentalmente un autodidatta di talento. Scoperto da Giovanni Fattori, si distacca, però, dalla lezione pittorica dell’Ottocento, dominata dai macchiaioli di scuola toscana. Divorato dall’oscuro male di vivere, conduce a Viareggio un’esistenza randagia, fra i senzatetto, tanto da dormire spesso sulle banchine del molo, a respirare l’epopea dei miserabili che trova la sua suprema sintesi nelle grandi narrazioni orali delle bettole del porto. Nelle sue vene ribolle lo spirito di rivolta, e di rivalsa, che sorge dalla disperazione: quella vissuta sulla propria pelle, e quella scorta, con sgomento, nelle vite degli altri. È il rapsodo dei vàgeri, l’espressione più autenticamente popolaresca della gente di Versilia: vecchi marinai, contadini, pastori, vagabondi, vedove del mare piegate dal lutto. Oltre a schierarsi, fin da giovane, con gli anarchici, Viani simpatizza, per istinto, con i derelitti, che riscatta dai tormenti degl’inferi per elevarli, attraverso la forma poetica, alla dignità umana: e questo avviene sia nelle opere pittoriche, sia nella prosa intinta nel vernacolo versiliese. Viani assorbe le più varie contaminazioni culturali, partecipando al mitico Club della Bohème che Puccini, da consumato seduttore di donne e di pubblico, anima e inscena nel suo complice circolo di Torre del Lago. Ma poi il provinciale Lorenzo, oltre a simpatizzare con Boccioni, con il futurismo rissaiolo, con i «lacerbiani» Ottone Rosai, Giuseppe Ungaretti e Giovanni Papini, soggiorna più volte a Parigi, ospite del dormitorio pubblico della Ruche, da lui immortalato tanto nelle sue pagine di prosa, quanto in una delle sue più vivide tele, esposta alla XVI Biennale di Venezia del 1928, dove la sua intera opera viene presentata da Margherita Sarfatti. A Parigi, Viani frequenta Picasso, subendo quelle influenze che si situano al punto di caduta dell’impressionismo dentro le suggestioni visionarie, allucinate, irrazionali, e insieme potentemente liriche, dell’espressionismo. Come tutti gli artisti maledetti, anche Viani custodisce, nell’abisso più cupo e inaccessibile della propria anima, le «chiavi nel pozzo» (dal titolo di un suo romanzo): la sorgente inesplicabile della sua inquietudine che, di malattia in malattia, lo sospinge nel vortice dell’inesorabile autodistruzione, elaborando il trauma dell’esperienza manicomiale come materiale grezzo di psicanalisi freudiana su tela o in prosa. Per il resto, la biografia di Viani ci presenta una tavolozza di cromatismi così varia e contraddittoria, anche da un punto di vista politico, da suscitare interrogativi: pur godendo infatti del favore del regime, che lo porta in auge nelle più ambite manifestazioni di vetrina culturale, l’artista diserta le liturgie littorie, tanto da irritare i maggiorenti del Fascio viareggino. Pare anche che la sua opera impressionasse lo stesso Mussolini, dotato di un fiuto rabdomantico nello scoprire, e nel promuovere, le personalità erratiche del panorama culturale della «nuova Italia». Viani resta, in campo artistico, insieme a Modigliani, a Rosai e al Sironi dei paesaggi urbani nordici, un esponente tra i più significatici dell’espressionismo italiano, mentre in ambito letterario è stato paragonato a Céline. Fedele fino all’ultimo al suo fiero temperamento libertario e antiborghese, il generoso cantore dell’umanità dolente fu stroncato da un collasso cardiaco il 2 novembre 1936. Brossura originale con titoli in nero al dorso e piatto entro cornice, formato in 16° grande cm. 14 x 20, Pagine 182 + (2) . Condizioni usato, legatura solidissima , pagine leggermente ingiallite ai bordi, nel complesso ottimo esemplare da collezione. Il presente volume fa parte della mia collezione personale.
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