Rifuggo immediatamente il campo da possibili equivoci premettendo che questo libro non può dirsi grammaticalmente perfetto perché è auto prodotto e privo di revisione; non aspettatevi quindi un’opera letteraria di primo livello, ma cercate di carpire il modo di vedere le cose da parte dell’autore, del suo vivere le occasioni che gli capitano e gli incontri con le persone che trova durante il suo viaggio. E’ un diario di viaggio in se stesso.
In breve, Carlo Taglia è un ragazzo torinese che decide di affrontare il giro del mondo senza servirsi di aerei. Durante il viaggio, che parte ad ottobre 2011 e termina a marzo 2013, visita Asia, Sud America ed una parte di Europa ma, soprattutto, compie un viaggio introspettivo. L’autore trova la sua “via d’uscita” nel viaggio in solitaria, lontano da tutto e da tutti, da ogni pressione sociale: per lui, tutto ciò rappresenta il modo più efficace per confrontarsi con il resto del mondo. Il viaggio lo pone a confronto con culture diverse e gli permette di capire chi è realmente passando per esperienze positive e negative.
Sono rimasto entusiasta dai messaggi che il libro ha saputo trasmettermi. Mi ha fatto riflettere su quanto il cosiddetto ’progresso’ ci abbia trasformato in automi privandoci del contatto diretto col mondo che ci circonda. Questa è la considerazione più importante che mi sento di fare.
Da parte mia, lo consiglio vivamente a chiunque abbia perso fiducia in questo mondo malato affinché sappia che, tramite piccoli gesti dei quali nemmeno ci rendiamo conto, possiamo creare una società ed un mondo migliore.
| |