OLGIUS - viaggio verso l'ignoto
di Antonio Pra
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Conosciamo veramente tutto sul nostro passato? Ciò che accade nel presente, è davvero solo il frutto di dinamiche socio politiche economiche e culturali per lo più casuali? Potrebbe invece esistere un livello di potere superiore ai governi ufficiali che agisce nell'ombra fin dalle origini della civiltà e che ha sempre influenzato nel bene e nel male le scelte degli esseri umani? A queste domande cercherà di dare una risposta il protagonista di "Olgius, Viaggio Verso l'Ignoto", trovandosi invischiato, suo malgrado, in una serie di pericolose circostanze che lo obbligheranno ad indagare su alcuni sconvolgenti aspetti legati al nostro passato ma più che mai attuali anche nel nostro presente.
Londra 2015. Anthony Green è uno studioso dei misteri delle antiche civiltà. Dopo una serie di conferenze di successo, viene ingaggiato dal British Museum per registrare dei documentari nei quali approfondire la storia di alcuni oggetti particolarmente suggestivi che si trovano esposti nelle sale del museo londinese. Un incontro inaspettato con una enigmatica donna ed un’escalation di strane coincidenze, lo portano a partecipare ad una spedizione assieme ad i suoi amici in uno dei luoghi più inesplorati del pianeta, la Sacha Yakutia, alla ricerca di avanzati artefatti tecnologici che, secondo le tradizioni locali, sarebbero stati creati nell'antichità da una dinastia di esseri altamente progrediti.
Quella che però sembra una straordinaria occasione per far luce sulla fondatezza dei racconti che per secoli si sono tramandati tra i popoli della taiga siberiana, si tramuta ben presto in una pericolosa avventura dagli imprevedibili risvolti: un misterioso personaggio privo di scrupoli tenta da subito e senza esclusione di colpi di sabotare la spedizione. I guai per Anthony Green ed i suoi amici aumentano sempre di più man mano che si avvicinano a comprendere il segreto che si cela dietro alla donna che li ha coinvolti in quella frenetica spirale di eventi ad alta tensione. Si troveranno infatti, oltre a dover lottare per le proprie vite, a misurarsi con delle inquietanti rivelazioni in grado di far vacillare le loro stesse certezze sul mondo che li circonda.
Temi del Romanzo: • Il Tema
della Ricerca “Da qualche parte qualcosa di incredibile attende di essere
conosciuto”. In questa affermazione di Carl Sagan (uno dei più famosi
astronomi, astrofisici, astrobiologi ed astrochimici del Novecento) si
può trovare il filo conduttore dell’intero romanzo. Ciò che oggi
conosciamo come specie umana non può essere considerato come un insieme
di informazioni definitive ed immutabili ma bensì una base di partenza
destinata a costanti e continui mutamenti, spesso graduali, talvolta
rivoluzionari. La scienza, in tutte le sue forme, può essere in questo
senso lo strumento che consente al genere umano di progredire.
L’archeologia, intesa come disciplina che interagisce con svariate
branche scientifiche (geologia, chimica, fisica, informatica, biologia,
astronomia ecc.) può essere considerata una sorta di Macchina del Tempo:
ci consente di comprendere e talvolta riscrivere frammenti del nostro
passato o addirittura stravolgere dogmi ritenuti ormai consolidati. Un
tempo sia Ninive che la Civiltà Assira erano considerate solo come
leggende narrate nel Vecchio Testamento fino a che non furono realmente
scoperte attraverso gli scavi fatti dagli archeologi Paul Emile Botta e
Sir Austin Henry Layard a metà del XIX secolo. E la storia cambiò. Le
saghe tramandate oralmente come l’Olonkho, l’antico poema epico delle
popolazioni Yakuts che nel 2005 è stato proclamato dall’UNESCO
“Patrimonio Orale ed Intangibile dell’Umanità” che è uno dei punti di
riferimento del romanzo o quelle scritte, come l’Iliade e l’Odissea di
Omero, spesso contengono delle vere e proprie testimonianze di fatti
accaduti in tempi remoti. La forma di scrittura romanzata e ricca di
episodi di pura fantasia, non ci deve far pensare che tutto il loro
contenuto sia basato sulla pura invenzione. Schliemann d’altra parte lo
dimostrò con la scoperta della città di Troia. E questo solo per citare
gli esempi più conosciuti ma negli ultimi decenni di scoperte
straordinarie ve ne sono state innumerevoli. Due su tutte la prima,
“Gobekli Tepe”, “Collina Tondeggiante” in turco, il sito sacro ubicato
nell’odierna Turchia risalente al 9.500 – 10.000 a.C. il cui rinvenimento
ha creato non pochi grattacapi agli studiosi: in quel periodo storico
semplicemente non avrebbero dovuto esistere forme di civiltà avanzata né
tantomeno tecnologie in grado di permettere agli essere umani di
edificare siti sacri e di quelle dimensioni megalitiche. Gli scavi
iniziati nel 1995 continueranno per chissà quanti anni vista l’estensione
dell’area dove sono stati individuati i reperti. La seconda, la scoperta
della “Ciudad Blanca” o “Città Bianca del dio Scimmia” nella regione
della Mosquitia, in Honduras, di cui parlò Hernan Cortes durante le sue
esplorazioni ma che venne sempre considerata come una sorta di leggenda
locale. Ebbene nel 2012 grazie al L.I.D.A.R. ovvero il Light Detection
And Ranging, una nuova tecnologia in grado di “vedere” dall’alto
l’esistenza di artefatti attraverso le foreste più impenetrabili si
raggiunse l’obbiettivo là dove tutti gli esploratori precedenti avevano
fallito. Grazie al laser scanner si riuscì ad identificare non solo le
tracce di insediamenti umani sotto il manto più spesso della foresta
dell’Honduras ma a scoprire le vestigia di un’intera civiltà perduta.
I protagonisti principali di “Olgius – Viaggio Verso l’Ignoto” (ispirati
dalla cerchia di amici dell’autore) pur provenendo da diverse esperienze
lavorative e di vita, hanno in comune la sete di conoscenza e la volontà
di indagare proprio su quei temi per i quali ancora non esiste una teoria
in grado di spiegarli in modo totalmente esaustivo. Il romanzo, per
quanto riguarda gli argomenti di paleontologia, archeologia, ricerca
scientifica, prende spunto da temi reali. Alcuni di questi non hanno
ancora trovato una definitiva interpretazione per altri i test sono
tutt’ora in corso. “Olgius – Viaggio Verso l’Ignoto” è un romanzo, non un
trattato scientifico. Vi sono aspetti della realtà che ci circonda
avvolti ancora dal mistero nonostante il grado di tecnologia raggiunto
dall’Uomo. Questo è il campo in cui la fantasia trova linfa vitale,
alimentando leggende, miti, racconti quasi sussurrati che, tuttavia,
hanno non di rado consegnato alle future generazioni gli indizi per
strabilianti scoperte.
• Il Tema dell’Amore. Una storia d’amore si
svilupperà durante tutto il racconto e porterà il protagonista ed i suoi
amici ad avventurarsi in luoghi quasi del tutto inesplorati.
• Il
Tema dell’Amicizia quel magico legante fra le persone in grado di far
superare anche gli ostacoli più difficili
I luoghi del Romanzo
• Sacha Yakutia, Siberia Orientale, Repubblica della Federazione Russa,
più di 3 milioni di kmq.: è la più vasta unità amministrativa al mondo ed
una delle aree più inesplorate della Terra. Le temperature della Yakutia
sono tra le più estreme. Si sono registrati anche picchi fino a -64° in
inverno e +38° d’estate. Durante la spedizione descritta nel romanzo, le
medie stagionali si aggirano tra i 12° e 25°. La temperatura
apparentemente mite non è di aiuto però contro gli sciami di zanzare che
infestano quei luoghi durante l’estate, per non parlare poi del fatto che
le strade sono inesistenti che ne fanno appunto uno dei luoghi più
inaccessibili del pianeta. Esistono svariati racconti avvolti nel mistero
che vedono come protagonista l’immensa taiga siberiana. In particolare il
luogo descritto nel romanzo è la cosiddetta “Valle della Morte” chiamata
in lingua yakuta “Uliuiu Cherkechekh”. Già dal nome attribuito dalle
popolazioni locali a questa vastissima area all’interno dei centomila
chilometri quadrati della taiga siberiana, un territorio caratterizzato
dalla presenza di conifere e prevalentemente desertico, si capisce che
quello che ci si deve aspettare andando in quella remota regione
terrestre quasi del tutto sconosciuta come la foresta amazzonica, è un
viaggio non immune da rischi ed insidie, anzi. Per otto – dieci mesi
all’anno, si raggiungono le temperature tra le più basse del pianeta fino
a meno quarantacinque gradi Celsius. In questa valle si troverebbero
degli artefatti che le popolazioni locali chiamano “Olgius” (Calderoni)
Non si sa esattamente quale origine essi abbiano, ma alcuni miti fanno
risalire la loro costruzione ai demoni della taiga, Nurgun Botur e Tong
Duurai E’ il luogo abitato più freddo al mondo, ma per un paio di mesi
tra la fine di giugno ed agosto, vi sono temperature miti che determinano
lo scioglimento dei ghiacci e la conseguente trasformazione dell’area in
un territorio fitto di paludi e sciami di zanzare. Il grande esploratore
Ceco Ivan Mackerle, tra il maggio e il giugno del 2006, ne ebbe
esperienza diretta arrivando probabilmente a documentare l’esistenza
degli Olgius immersi in queste vastissime paludi. Mackerle si spostò per
circa duecento chilometri attraverso il fiume Olguydakh (“luogo del
calderone”) dividendo questo lunghissimo percorso in varie zone da
esplorare in entrambe le aree ai lati del corso del fiume. Per agevolare
l’individuazione degli Olgius nella impenetrabile taiga siberiana,
l’esploratore Ceco optò per la visuale aerea attraverso l‘utilizzo di un
parapendio a motore o paramotore con il quale riconobbe dall’alto le
inconfondibili tracce circolari che gli Olgius hanno creato nel terreno
chissà da quanto tempo ad opera di artefici sconosciuti. Mackerle si
diresse con il suo team nelle zone scoperte dagli avvistamenti aerei.
Giunti a destinazione, ebbero il modo di constatare che sul fondo dei
bassi acquitrini di forma circolare in precedenza localizzati grazie al
paramotore, vi erano sicuramente degli oggetti metallici. Dai documenti
filmati, si può vedere lo stesso esploratore Ceco che raggiungendo il
centro di queste formazioni circolari bagnate da circa cinquanta
centimetri di acqua paludosa, frutto dello scioglimento dei ghiacci nella
stagione estiva, percuote ripetutamente il fondale provocando un
inconfondibile rumore metallico e rimbombante come se vi fosse, sotto i
suoi piedi, una struttura capiente e cava. Ma subito dopo aver girato
queste eccezionali riprese, accadde qualcosa di molto strano. Mackerle ed
altre persone appartenenti alla spedizione, improvvisamente si sentirono
male accusando violente vertigini accompagnate da vomito, pupille
dilatate, visuale sdoppiata, febbre, impossibilità di deambulazione e di
ingerire sia acqua che cibo. I sintomi che si aggravavano sempre di più
in maniera rapida e preoccupante, costrinsero ad interrompere
prematuramente la spedizione, impedendo al team messo assieme
dall’esploratore Ceco di approfondire ulteriormente le indagini su quelle
misteriose strutture metalliche che, con ogni evidenza, aveva scoperto.
Ciò che accadde a Mackerle, corrisponde esattamente alle descrizioni
delle popolazioni locali, che attraverso le tradizioni orali, hanno
narrato, fin da un remoto passato, le terribili conseguenze subite da
coloro che si erano avvicinati troppo agli “Olgius”.
• Londra –
Oxford, Inghilterra. Un’altra passione che hanno in comune i personaggi
londinesi descritti nel romanzo è la musica beat – rock degli anni
Sessanta: Beatles, Kinks, Yardbirds, Animals ecc. I luoghi principali
descritti nel racconto sono: British Museum ed il Museo di Storia
Naturale, Camden Town, Soho (Ronnie’s Scott Jazz Club), Richmond upon
Thames, Southwark e la periferia di Oxford da dove, nei primi capitoli,
partono le indagini di un misterioso omicidio ai danni di un professore
che avrebbe dovuto partecipare alla spedizione in Sacha Yakutia.
• Svizzera, Ginevra e Veytaux nei pressi di Montreaux. In particolare si
parla del C.E.R.N. Comitato Europeo per le Ricerche Nucleari e del L.H.C.
il Large Hadron Collider, l’acceleratore di particelle a forma circolare
che, con i suoi ventisette chilometri di lunghezza, è il più grande al
mondo. Chi vuole sabotare le ricerche in Sacha Yakutia ha anche
infiltrati all’interno di quelle strutture dove avvengono le ricerche
scientifiche più all’avanguardia. A Veytaux all’interno del Castello di
Chillon si svolgeranno le fasi finali del romanzo. Situato a 103 km. da
Ginevra il piccolo comune del Canton di Vaud, è meta ogni anno di
centinaia di migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo per
ammirare uno dei più bei edifici del medioevo. E’ noto anche come
“Wasserburg” cioè “Castello Acquatico” perché fu edificato su di un
piccolo isolotto roccioso a pochi metri dalla riva del lago Lemano e
sembra essere quasi sospeso sulle sue acque. Splendido gioiello di
originalità architettonica, già appartenuto ai Vescovi di Sion e ai Conti
di Savoia fu fonte d’ispirazione per scrittori come Lord Byron,
Jean-Jacques Rousseau e Victor Hugo,
Tra gli scrittori preferiti
dall’autore: • Sir Arthur Conan Doyle, • Agatha Cristie, •
Oscar Wilde • Emilio Salgari • Jules Verne • Edgar Alan Poe •
George Orwell
Antonio Pra
Antonio Pra, classe 1965, architetto veneziano con specializzazione di restauro artistico monumentale. In questo settore gli sono stati affidati incarichi di progetti di restauro molto prestigiosi (Ville Venete, Palazzi Storici sia di tipo civile che religioso).
È stato Consigliere e Vicepresidente dell’Istituto Regionale Ville Venete” (I.R.V.V) e Assessore alla Cultura e Grandi Eventi del Comune di Dolo (VE). Con il Comitato di Promozione della Cultura e dell’Arte “ORIZZONTINFINITI”, di cui era Presidente, in collaborazione con il Festival Italo Marocchino, ha messo in scena, con grande successo nel Regno del Marocco, “Giulietta e Romeo The Musical” di Luca Fattoretto e Sara Righetto, attraverso un tour nel Theatre Royal di Marrakech e nel Theatre National Mohammed V della capitale Rabat.
Per tutta la sua vita ha approfondito tematiche di tipo archeologico e riguardanti le Antiche Civiltà, organizzando, tra l’altro, cicli di conferenze, mostre e rievocazioni storiche di grandissimo successo.
Assieme all’arch. Andrea Banchieri, scrive il saggio sulla genesi delle Ville Venete “Dal Castello Medioevale alla Cultura della Villa Veneta”.
Web site: Antonio Pra
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