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Figli del Sangue Reale. I segreti della dinastia merovingia |
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Autore:
Autore: Alfredo Ros, Carlos Cagigal; Traduzione di: Claudia Marinelli
Editore:
Marco Tropea Editore
Anno:2008
ISBN: 9788855800280
Condizioni: NUOVO
Categoria: MEDIOEVO
ID titolo:33990296
"Figli del Sangue Reale. I segreti della dinastia merovingia" è in vendita da mercoledì 17 febbraio 2021 alle 23:17 in provincia di Pavia
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Note su "Figli del Sangue Reale. I segreti della dinastia merovingia": 224 pagine 51 ill. b/n Brossura con alette cm 14 x 21 x 2 gr 499
Commento dell’editore: Alla luce degli avvenimenti verificatisi negli ultimi anni, l’introduzione a questo libro può iniziare soltanto in un modo. Nel 1993, in Francia, si tenne un processo che, per qualche strana ragione, in alcuni paesi ebbe scarsa eco. Sui banchi del Tribunal de Grande Instance di Le Mans si trovarono un controverso personaggio di nome Pierre Plantard e una società segreta conosciuta come Priorato di Sion. Plantard, uno dei fondatori e principale rappresentante di questa società, aveva rinunciato alla carica di segretario generale nel 1984. Nel corso del 1989 era tornato alla ribalta con altri nuovi membri del Priorato di Sion. Stando agli atti, dopo le sue dimissioni, fra il 1984 e il 1989, era stato sostituito in qualità di Gran maestro da un potente industriale, Roger-Patrice Pelat. L’influente imprenditore era, peraltro, amico intimo dell’allora presidente della Repubblica François Mitterrand e tra le file socialiste era conosciuto come monsieur le vice-président. Alcuni giorni prima della sua morte, avvenuta il 7 marzo 1989, Pelat era stato coinvolto insieme con altri esponenti del Partito socialista in uno dei grandi scandali finanziari e di corruzione che segnarono l’«ultima fase Miterrand». La causa fu istruita dal giudice Thierry Jean-Pierre, all’epoca una celebrità, che si fece carico di presiedere le indagini del tribunale. E quello che doveva accadere, accadde. Nel processo Pelat comparve come uno dei principali imputati e, in seguito alle testimonianze che gli attribuivano la responsabilità sul Priorato di Sion, il giudice istruttore decise di approfondire il suo presunto rapporto con la società segreta. Emise un ordine di perquisizione per tutte le proprietà di Plantard e per la sede del Priorato, che in realtà era il domicilio di Plantard, e ordinò la confisca di qualsiasi documento. Venne requisito tutto: gli scritti interni della società segreta, il materiale sui Merovingi e sul cosiddetto re perduto, tutti i documenti in base ai quali Plantard poteva autoproclamarsi «il vero re di Francia». Fu requisita anche la documentazione depositata alla Biblioteca nazionale di Parigi. Quando durante l’istruzione della causa il giudice analizzò gli atti, fu molto colpito dalla storia di Plantard e del Priorato di Sion. Non solo non riusciva a trovare una connessione logica fra Roger-Patrice Pelat e il Priorato di Sion, ma molti dei documenti in questione sembravano addirittura fraudolenti. In margine al processo avrebbe quindi emanato un ordine di detenzione nei confronti di Plantard, che venne interrogato per 48 ore di fila su tutta la sua storia e sul presunto ruolo ricoperto Pelat. All’inizio dell’interrogatorio Plantard confermò la versione su Pelat, il Priorato e i Merovingi. Solo quando il giudice Thierry Jean-Pierre gli segnalò che tutti i documenti da lui requisiti ed esaminati si erano dimostrati falsi, che le genealogie e i manoscritti «antichi» avevano appena qualche decennio di vita e che lui e la sua società – in mezzo a un’infinità di altri crimini – sarebbero incorsi nel reato di falsificazione di documenti ufficiali, l’uomo crollò per poi ammettere: «Mi sono inventato tutto». E iniziò a spiegare in modo dettagliato come lui e il suo fedele amico Philippe de Chérisey avessero creato quella montatura. Il Priorato di Sion, la storia dei Merovingi, la documentazione: si erano inventati tutto con l’unico scopo di arricchirsi. Anche se alla fine non finirono sotto processo per una storia che, secondo le parole del giudice istruttore, era «di fantasia» e si basava «su documenti falsi e molto contraddittori», Thierry Jean-Pierre li ammonì seriamente a non «giocare» con il sistema giudiziario francese e a non «provocarlo». Ciò accadde nel settembre del 1993: tutto fu pubblicato e descritto con dovizia di particolari dalla stampa francese dell’epoca. Da quel momento Plantard e il Priorato di Sion scomparvero, insieme con tutte le loro pretese. Già negli anni Settanta l’inchiesta di due giornalisti francesi e un conflitto sui diritti d’autore tra Chérisey e lo scrittore Gérard de Sède avevano svelato la montatura, ma fu durante il processo contro Pelat che si scoprì tutta la trama in maniera ufficiale. Tuttavia, pur ammettendo di essersi inventato tutto, Pierre Plantard non si stancò mai di ripetere ciò che segue: «Le voci sulla continuità della dinastia sono vere, mi sono semplicemente inventato la storia». In effetti, tali voci sulla sopravvivenza della dinastia merovingia erano diffuse già negli anni Cinquanta, e fu sulla base di queste che Plantard imbastì la sua trama. La verità aveva origini più lontane. Negli anni Cinquanta, alcuni gruppi sociali francesi avevano valutato la possibilità di offrire un riconoscimento non ufficiale alla loro antica monarchia. Dopo oltre un secolo di Repubblica e nel delicato contesto storico delineatosi alla fine della Seconda guerra mondiale, i ceti più favorevoli alla restaurazione monarchica credettero fosse arrivato il momento opportuno. Questo avvenimento «trascendentale» avrebbe potuto essere l’elemento scatenante di tutta la polemica. In alcuni settori molto precisi della società francese iniziarono a circolare ipotesi su quella che, secondo la storia, era stata la prima monarchia di re franchi. E tali ipotesi erano, quantomeno, sorprendenti e controverse. Molto controverse. Si dichiarava, infatti, che l’emblematico lignaggio merovingio fosse sopravvissuto nei secoli e che la sua stirpe reale fosse giunta fino ai giorni nostri. Quando Pierre Plantard e il Priorato di Sion fecero la loro comparsa, fra le loro principali ambizioni c’era la restaurazione della dinastia merovingia, considerata l’unica legittima. Benché in genere si accettasse l’estinzione della stirpe reale nell’anno 754, essi affermarono che in seguito all’assassinio del re merovingio Dagoberto II (?-679) uno dei suoi figli fosse riuscito a sfuggire all’uccisione. Grazie a questo avvenimento la nobile schiatta sarebbe sopravvissuta fino ai nostri giorni, protetta dal potente Priorato di Sion, e lo stesso Pierre Plantard sarebbe stato uno dei suoi discendenti diretti. Tra la fine degli anni Cinquanta e la metà dei Settanta nella Biblioteca nazionale di Parigi cominciarono ad apparire articoli, opuscoli, ritagli di stampa e documenti che parlavano della dinastia merovingia e del Priorato di Sion. Secondo il loro contenuto, i presunti discendenti di tale lignaggio sarebbero stati coinvolti in alcuni dei grandi enigmi della storia e in oscuri avvenimenti accaduti in terra francese: dai templari ai massoni, dal mistero del Santo Graal, a quello di Rennes-le-Château e Gisors. La vera ripercussione polemica scoppiò quando iniziarono a comparire i riferimenti alle origini dei Merovingi. Si affermava, infatti, che questa stirpe discendesse in linea diretta da Gesù Cristo e Maria Maddalena: il Sangue Reale di Gesù. Da allora, decisiva non fu più la sopravvivenza della dinastia di re franchi, poiché solo il fatto di affermare che Cristo fosse stato sposato e avesse avuto una discendenza produsse uno scandalo dalle ripercussioni mondiali. Però, come abbiamo già detto, benché la falsità di questa storia fosse stata dimostrata già negli anni Settanta, sarebbe stato soltanto dopo il processo che si sarebbe finalmente scoperto tutto. La documentazione depositata alla Biblioteca nazionale di Parigi sulla dinastia merovingia e il Priorato di Sion era falsa. E, dato ancora più significativo, fu lo stesso Plantard – nel corso della causa – a descrivere nei minimi dettagli come avesse architettato, insieme con l’amico Philippe de Chérisey e con altre persone a loro vicine, questa piccola grande montatura. E in che modo entrambi avessero colto l’occasione per ingannare giornalisti, ricercatori e scrittori, con l’unica intenzione di ottenere un beneficio economico. Va riconosciuta l’originalità con cui ordirono la loro trama, collegandola ai misteri dei templari, del Santo Graal, di Rennes-le-Château e di Gisors – che non avevano alcuna relazione tra loro –, per dare maggiore spessore e vis polemica alla propria storia. Quando terminò il processo, il signor Plantard e il Priorato di Sion scomparvero. Pierre Plantard morì a Parigi, il 3 febbraio del 2000. «Dimenticò» tutto e visse gli ultimi anni della sua vita nel più assoluto silenzio. I suoi familiari non hanno più voluto sentir parlare dell’argomento. Abbiamo dedicato la nostra ricerca alla storia e alla leggenda della mitica stirpe reale dei Merovingi. Come si è soliti dire, «spesso la realtà supera l’immaginazione». Così, da una parte proveremo che la storia di Plantard e del Priorato era falsa, dall’altra che, contrariamente a quanto affermato dalla stragrande maggioranza di storici, eruditi e ricercatori, esistono fonti e documenti antichi dove si parla della sopravvivenza del lignaggio merovingio nelle decadi successive alla sua presunta estinzione. Per portare a termine la nostra indagine storica abbiamo utilizzato linee di ricerca inedite. Gran parte dello studio si basa su fonti originali dell’epoca. Fra il 1998 e il 2002 abbiamo trascorso lunghi periodi nel sud della Francia, specializzandoci in storia medievale, approfondendo le nostre conoscenze sulla stirpe merovingia, sulle regioni e sulle dinastie medievali di Tolosa, della Provenza e della Linguadoca, e analizzando anche la letteratura medievale e i cicli delle chanson de gestes. Abbiamo studiato a fondo svariati argomenti, che vanno dalla storia dei merovingi e delle prime popolazioni franche alle origini storiche dell’enigma del Santo Graal. Argomenti che sono stati esposti a continue manipolazioni. Fu agli inizi degli anni Cinquanta, dunque, che alcuni personaggi influenti, come al solito non identificati, avrebbero iniziato a mettere in circolazione la leggenda sulla dinastia merovingia. Costoro assicuravano che, al momento opportuno, se ne sarebbe potuta dimostrare la sopravvivenza. Come si vedrà nei capitoli che seguono, è possibile provare in modo rigoroso – rispondendo a criteri storici e con l’aiuto di fonti e documenti dell’epoca – la sua continuazione e la sua relazione con alcuni misteri e avvenimenti della Storia. Grandi enigmi come quello del Santo Graal sono stati associati a questa stirpe mitica ed esiste una teoria che identifica il segreto del Graal con il sangue reale di Gesù, alludendo a una presunta discendenza messianica. Anche se non è ancora stata dimostrata la relazione fra il Graal e la dinastia merovingia, dal momento che non si è dimostrata nemmeno la sopravvivenza del mitico lignaggio, sono numerose le teorie e le ipotesi esistenti in proposito. Una parte importante del lavoro di ricerca l’abbiamo dedicata alla letteratura medievale e, in particolare, all’affascinante storia del Graal, uno dei misteri del cristianesimo che più si è trovato esposto a ogni genere di manipolazione. Oggi come oggi, si tratta di un palloncino che si è gonfiato al punto di correre il rischio di scoppiare. In genere il Santo Graal è stato identificato con il calice dell’ultima cena di Gesù, che a sua volta sarebbe lo stesso calice portato da Giuseppe di Arimatea nel suo viaggio di predicazione in Inghilterra. E la ricerca del Graal rappresenterebbe l’aspirazione alla perfezione morale. A questi significati andrebbe aggiunta una versione assai più controversa, secondo la quale il Santo Graal nasconderebbe il segreto del sangue reale, la discendenza di Gesù Cristo. Tale ipotetica teoria è stata aspramente criticata da tutti i circoli accademici e dalla Chiesa cattolica. La posizione degli accademici è quella di dichiararla una teoria speculativa, non fondata su prove storiche. La Chiesa cattolica, per una ragione o per l’altra, non ne vuole nemmeno sentir parlare. Ciò nonostante, la realtà storica è decisiva. Le fonti antiche che ci sono pervenute sull’argomento non legano il Santo Graal a qualcosa di concreto. La tradizione che lo identifica con il calice di Giuseppe di Arimatea è la prima a parlare di un oggetto sacro. L’ultima versione in ordine cronologico è invece quella che individua il Graal nel calice dell’ultima cena: l’interpretazione religiosa di una Chiesa medievale che decise di intervenire a proposito di un mistero che, fuori della sua sfera d’influenza, si stava diffondendo con grande rapidità in tutti i regni cristiani. Come analizzeremo in seguito, la Chiesa cattolica, e in particolare alcune delle sue propaggini come Glastonbury, sono state le grandi manipolatrici della storia del Graal. Benché quella del Sangue Reale di Gesù Cristo sia sempre stata considerata una teoria, la storia medievale ci dimostra il contrario. Si tratta di un dato che può infrangere tutte le teorie sull’enigma. Quella del Sangue reale non può essere liquidata come una semplice ipotesi, dal momento che una delle prime fonti antiche identificava il Santo Graal con il Sangue Reale di Gesù e affermava che vi fossero ancora in vita discendenti di quella stirpe. Ciò dimostra come nel XII secolo si parlasse già di un lignaggio messianico. Il fatto che non si tratti di un’opera molto nota, non significa che non esista. Di tutte le storie originali del Santo Graal abbiamo deciso di studiare a fondo il Parzival, per il mistero e i significati occulti che contiene. La polemica intorno a quest’opera dipende dal fatto che, secondo alcune teorie, il suo autore parlava di personaggi, avvenimenti e luoghi realmente esistiti. Dunque, la storia, il re, l’eroe, le dinastie, le famiglie e i protettori del Graal avrebbero avuto nomi e cognomi ben precisi. Pur essendo stata sempre considerata una mera teoria, alcuni esperti in passato hanno riscontrato similitudini con luoghi e personaggi reali delle regioni di Tolosa, della Provenza e della Linguadoca. A mano a mano che avanzeremo nello studio del Parzival, potremo verificare come le descrizioni dello scrittore medievale Wolfram von Eschenbach conservino stupefacenti somiglianze con personaggi e ubicazioni storiche reali. E come i reali protagonisti di questa storia fossero merovingi. Come diceva la leggenda, questa stirpe fu davvero avvolta in grandi misteri. Da ultimo, secondo le fonti antiche che parlano dell’origine merovingia di alcuni personaggi, abbiamo effettuato una ricerca storica approfondita sui relativi lignaggi e sulla possibilità che la loro discendenza giunga fino ai giorni nostri. I risultati hanno sorpreso anche noi. Tutto ha avuto inizio nel maggio 1999. Durante la nostra seconda visita alla città medievale di Carcassonne, abbiamo individuato uno studio storico, che per noi si sarebbe rivelato d’incalcolabile valore: «… è l’anno 871 e Bernardo, allora conte di Tolosa, che come ho già detto discendeva dal sangue di Meroveo…». Si sa che alcune principesse merovinge sopravvissero. Ma la dinastia dei Merovingi? Quest’opera risale all’anno 1645. Quando l’abbiamo studiata a fondo, abbiamo scoperto una fonte antica che ci avrebbe spinti a iniziare un’indagine quasi poliziesca. L’autore dell’opera fondava il suo prezioso dato storico su un atto di giuramento di fedeltà vassallatica tramite il quale un potente nobile «di stirpe merovingia» era stato nominato conte di una regione riconquistata ai musulmani. L’elemento notevole era che l’atto risaliva al 754, quando si supponeva non esistesse più alcun discendente dei mitici re. In genere, si ritiene che la stirpe si sia estinta con il suo ultimo re (755). Tuttavia, secondo questo documento ufficiale dell’epoca, c’era un nobile di schiatta merovingia nel 754. Un’altra fonte antica del 1118 parlava di un conte che «apparteneva al lignaggio merovingio» e i cui avi avevano avuto grandi possedimenti in Borgogna. Sono state queste le prime fonti d’epoca che abbiamo scoperto. Ma il meglio doveva ancora arrivare…
Seconda di copertina: Fino a non molto tempo fa, che la stirpe merovingia si fosse estinta nel 755 d.C., che il Graal non fosse altro che un calice e che Gesù Cristo fosse solo il figlio di Dio erano ritenute certezze. Tuttavia, da almeno vent’anni, attraverso le loro opere più o meno romanzate, molti autori si sono sbizzarriti per indurre un numero sempre crescente di lettori a ripensare il corso della storia, a ripartire dalle sue fondamenta. Ora, due autorevoli storici del Medioevo riprendono in considerazione i temi più inquietanti e controversi del dibattito, esaminandoli da un punto di vista puramente storico, attraverso documenti oggettivi e fonti antiche. Figli del Sangue Reale è una ricerca inedita che con rigore risponde ai quesiti più scomodi che la letteratura di consumo e altri mezzi di comunicazione di massa, come il cinema, hanno reso popolari. Carlos Cagigal e Alfredo Ros spiegano le origini e i diversi significati del Santo Graal, ripercorrendo le tracce dei mitici Merovingi, i leggendari re franchi dalla folta chioma, custodi di un segreto millenario. E mostrano, infine, gli obiettivi occulti che la leggenda, promossa da poteri secolari, ha per troppo tempo lasciato in ombra. Conclusioni originali e sorprendenti su un tema sempre attuale.
Sommario: pag. 11 Prologo 15 Introduzione 23 1. Gesù e Maria Maddalena: il grande mistero del cristianesimo 31 2. La dinastia dei Merovingi: una stirpe di discendenza divina 31 La leggenda 33 San Gregorio di Tours, cattivo storico dei Merovingi 35 I primi re merovingi 38 La Chiesa cattolica sul punto di scomparire 39 La morte di Clodoveo e i grandi re merovingi 41 Il maire du palais 42 La fine di una stirpe mitica 45 Una leggenda dimenticata 47 3. I Guglielmidi, una dinastia di eroi 47 La dinastia guglielmide 48 Guglielmo d’Orange 50 Il monastero di Gellone 51 Le biografie di Guglielmo d’Orange 55 Le origini di Guglielmo d’Orange 56 Teodorico, conte di Borgogna, Sassonia e Autun 57 Le origini di Teodorico 58 Le fonti dell’epoca parlano di Teodorico 60 Le vere origini di Teodorico e Guglielmo 61 Il contesto storico dell’epoca: il grande dimenticato in tutte le ricerche 62 Leggi e consuetudini a proposito dell’ascendenza merovingia di Guglielmo 66 La realtà storica 67 Gli avi di Teodorico e Guglielmo di Gellone 71 L’anello mancante 75 Un tragico finale 79 4. La dinastia di Tolosa 81 La crociata religiosa 88 Le origini merovinge della dinastia di Tolosa 91 5. La dinastia dei Trencavel 94 Nasce una leggenda 96 La Crociata contro i catari; la fine della dinastia Trencavel 98 Le orígini merovinge dei Trencavel 99 La questione dei Bernardi 103 6. Il Santo Graal 103 Che cos’è il Santo Graal? 104 La posizione della Chiesa cattolica 106 La manipolazione interessata dell’enigma 107 L’etimologia delle parole Santo Graal 108 Le origini storiche del Santo Graal 109 Le origini inglesi: tentativi di manipolazione 111 Il Santo Graal e la realtà 111 Le fonti del Graal 112 Perceval le Gallois ou le Conte du Graal 115 Le Roman de l’Estoire du Graal 117 Perlesvaus ou le Haut livre du Graal 119 Parzival 122 Il segreto svelato di Wolfram von Eschenbach 123 Il mistero delle storie del Graal 124 La Chiesa medievale decide di intervenire 125 Il Santo Graal come calice 126 Il Santo Graal come simbolo celtico 129 Il calice dell’ultima cena 130 La coppa di Giuseppe di Arimatea 131 La verità storica 131 Il Santo Graal come sangue reale di Gesù Cristo 132 Due gravi problemi nella ricerca sul sangue reale 133 Il Santo Graal come sangue reale: una teoria? 134 La storia del sangue reale di Gesù Cristo 137 Il pesce, Gesù e il re Pescatore 139 Il simbolo del pesce nel cristianesimo 141 Il re Pescatore 144 L’abbazia di Glastonbury, la grande manipolatrice 145 I riferimenti storici sulla fondazione di Glastonbury 146 La manipolazione di Glastonbury: Avalon e re Artù 149 La realtà di una storia manipolata 151 7. Parzival 151 Wolfram von Eschenbach 153 La storia di Parzival 154 Il mistero svelato 155 Il grande segrero di Wolfram von Eschenbach 158 Le origini di Parzival 159 Le origini di Gahmuret l’Angioino: il grande errore nella ricerca sul Parzival 161 Figlio di una dama vedova 161 Re Artù, Nantes e la Britannia 163 La città e il castello di Graharz 165 Condwiramurs e il castello di Pelrapeire 169 Il castello del Graal 174 Il re Pescatore 177 Il castello di Foix e i conti di Tolosa 178 La verità storica del Parzival 180 Il mistero del Santo Graal di Wolfram von Eschenbach 181 8. La continuità della dinastia merovingia 181 La leggenda nera 182 Il delicato contesto storico dell’epoca 183 La montatura viene alla luce 186 La stirpe merovingia continua fino ai giorni nostri? 188 Personaggi storici merovingi 193 Epilogo. Ogni fine ha un principio 197 Appendice 210 Note 218 Bibliografia.
ARGOMENTO: Società e politica-Dinastie e famiglie GENERE: Libri-Saggi
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